Sport e movimento: relazione impossibile?
Cosa c'entra lo sport con le grandezze che si usano per descrivere il movimento? C'è una relazione tra il basket, o il calcio, o il nuoto, o tutti gli sport che vi vengono in mente, e le grandezze come velocità, accelerazione, distanza?
Certo che c'è, la relazione.
Durante una partita di basket l'obiettivo dei giocatori è fare il maggior numero possibile di canestri; tutti i loro sforzi, e i loro tiri, saranno finalizzati a questo obiettivo. Quando un giocatore riesce a smarcarsi e si trova abbastanza vicino al canestro, lancia la palla cercando di farla andare a segno. Non tira a caso: prende la mira, quindi valuta con precisione la traiettoria che vuole che la palla percorra.
Deve calibrare bene anche la velocità del tiro: se la palla procede troppo lentamente, è più alto il rischio che un giocatore della squadra avversaria la intercetti e la devi, facendo fallire il tentativo di canestro. Allo stesso tempo, un tiro troppo veloce rischia di essere troppo potente: la palla potrebbe rimbalzare sul quadro o sul bordo del canestro e mancarlo.
Per modulare la velocità il giocatore può agire sull'accelerazione attraverso la forza che imprime alla palla.
La palla infatti è ferma quando è in mano al giocatore, comincia a muoversi quando il giocatore la lancia. La velocità con cui la palla raggiunge il quadro è quindi dovuta all'accelerazione che il giocatore riesce a darle attraverso la relazione $a=\frac{\text{velocità finale}}{\text{tempo di volo}}$.
La seconda legge della dinamica ci dice che la massa della palla, la sua accelerazione e la forza che il giocatore imprime al tiro sono legate dalla relazione $F=m\cdot a$; ecco quindi spiegato perché la forza di un tiro a canestro non è indifferente, ma è un elemento fondamentale da valutare per descrivere l'effetto finale.
Lo sanno bene i commentatori sportivi, per i quali parole come traiettoria, velocità, accelerazione, forza sono molto note; ogni volta che commentano una partita, stanno parlando di fisica!
Certo che c'è, la relazione.
Durante una partita di basket l'obiettivo dei giocatori è fare il maggior numero possibile di canestri; tutti i loro sforzi, e i loro tiri, saranno finalizzati a questo obiettivo. Quando un giocatore riesce a smarcarsi e si trova abbastanza vicino al canestro, lancia la palla cercando di farla andare a segno. Non tira a caso: prende la mira, quindi valuta con precisione la traiettoria che vuole che la palla percorra.
Deve calibrare bene anche la velocità del tiro: se la palla procede troppo lentamente, è più alto il rischio che un giocatore della squadra avversaria la intercetti e la devi, facendo fallire il tentativo di canestro. Allo stesso tempo, un tiro troppo veloce rischia di essere troppo potente: la palla potrebbe rimbalzare sul quadro o sul bordo del canestro e mancarlo.
Per modulare la velocità il giocatore può agire sull'accelerazione attraverso la forza che imprime alla palla.
La palla infatti è ferma quando è in mano al giocatore, comincia a muoversi quando il giocatore la lancia. La velocità con cui la palla raggiunge il quadro è quindi dovuta all'accelerazione che il giocatore riesce a darle attraverso la relazione $a=\frac{\text{velocità finale}}{\text{tempo di volo}}$.
La seconda legge della dinamica ci dice che la massa della palla, la sua accelerazione e la forza che il giocatore imprime al tiro sono legate dalla relazione $F=m\cdot a$; ecco quindi spiegato perché la forza di un tiro a canestro non è indifferente, ma è un elemento fondamentale da valutare per descrivere l'effetto finale.
Lo sanno bene i commentatori sportivi, per i quali parole come traiettoria, velocità, accelerazione, forza sono molto note; ogni volta che commentano una partita, stanno parlando di fisica!
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